Sono in ospedale, fuori da una sala chirurgica ed aspetto. Oltre a pregare mi sovvengono questi pensieri legati all’essere grati… che strana cosa…
Ricordarsi di ringraziare chi ci ha dato qualcosa arricchendoci ci dà energia e ci concilia con la vita facendoci ricordare ciò che di buono c’è negli esseri umani, ovvero quello che tendiamo talvolta a dimenticare a favore dei rancori e dei torti. Mia mamma mi ricorda e si ricorda sempre di tutte le persone che le vogliono bene e che l’hanno aiutata. Non avendo avuto una vita facile, ma non avendo mai smesso di lottare, questo mi fa riflettere.
Io a chi sono grata?
¤ A mia mamma per:
– Condotta morale: perché i suoi consigli spesso estremi e fonte di scontro sempre, mi inducono poi a una riflessione dentro di me rivelando sempre una base di utilità e di guida morale
-Farsi coraggio: perché nell’accettare le disgrazie della vita ha sempre avuto fede in un Dio che l’ha sempre aiutata. Mi ha spinta sempre a superare la rabbia e la frustrazione assumendomi tutta la responsabilità sia di agire che, punto debole per me, accettare, eventi ma anche le altre persone, così come sono
-ricordarmi di dividere le cose e affrontarle una alla volta, anche se non la ascolto
-passare dal pianto al riso e alla battuta con naturalezza
-perché tenta di insegnarmi il perdono
-perché tenta di insegnarmi la fiducia nonostante venga spesso tradita
-perché mi ha insegnato il senso del dovere e la disciplina nonché la perseveranza
¤A mio padre per:
-avermi lasciato la forza di ribellarmi nelle avversità e lo spirito del combattente non conoscendo arresa
– un fisico molto forte, mio malgrado
– per la testardaggine e l’indomita fierezza
– per avermi cercata lui quando ha capito che io mai lo avrei cercato
-per non avermi mai chiesto di essere diversa da come sono
-per avermi insegnato che i limiti sono solo dentro di noi e non bisogna mai smettere di perseguire i propri obiettivi, anche se costa dolore
-per avermi caricata su un camion facendomi fare esperienze nuove
-per avermi lasciato una libertà di azione e di scelta anche se questo avrebbe comportato una rottura del rapporto
-per avermi insegnato a osare
¤A Vittorio [mio compagno di liceo, bravo e amato da tutti, morto in un incidente la notte del mio compleanno. Monito per me per tutta la vita nel vivere pienamente la mia professione di aiuto e, prima ancora, nel non lasciare nulla di non detto, di non tentato, perché il rimpianto di quello che avrebbe potuto essere mi tormenta, la responsabilità mi tormenta, la colpa mi tormenta, …] per:
-ricordandomi di vivere e di non sentirmi inferiore perché evitare una situazione per paura lascia aperto il dubbio di ciò che avrebbe potuto essere…un tormento
-morendo mi ha insegnato di non permettere a nessuno, tanto meno a me stessa, di limitarmi
¤A Eugenio: che in un periodo di grande difficoltà e incertezza ci ha aiutate economicamente, con beni di conforto come cioccolata e frutta sciroppata, regalandoci una tv, regalandoci tanta saggezza e battute ironiche, come un nonno, quello che non ho mai avuto
¤A Teresa: sua consorte, che oltre a sopportare Eugenio, e a tollerare talora il suo dispotico e arbitrario occuparsi di noi, mi ha insegnato ricette preziose e segrete di cose buone
¤A Tina e Gioconda: mancate tanti anni fa ma figure buone che hanno attraversato la vita della mia famiglia, sempre presenti nelle mie preghiere
¤Alla mia amica e correlatrice Franca: perché con la sua amicizia, fiducia, positività, onestà e trasparenza ha guidato spesso il mio cammino e mi ha aiutata tutte le volte che ha potuto. Con semplicità.
¤A Flora, mio tutor di tirocinio: perché mi ha insegnato la dignità e il rigore necessario per svolgere il lavoro di psicologo e mi ha spinta oltre i miei limiti
¤A Cristina, mio ex capo: perché non ha tarpato le mie ali, anzi, mi ha lasciato libertà di azione e di pensiero. Mi ha dato fiducia. Mi ha costretta a relazionare in pubblico per la prima volta: lì ho scoperto che mi piaceva! E mi ha permesso di realizzare qualcosa di importante ed utile.
¤ Ai miei pazienti: perché quando sto per mollare per stanchezza mi donano la loro gratitudine e ricomincio a credere e a reinvestire tutta me stessa nella speranza di essere loro utile. Sono grata della loro gratitudine, danno un senso al mio lavoro e al modo in cui lo svolgo. Le loro lettere sono sempre sotto i miei occhi a spronarmi a fare sempre meglio ma a ricordarmi anche che qualcosa per loro ho fatto
¤A mia figlia: nei cui occhi leggo i miei errori e la sua comprensione, precoce per la sua età. Come la gioia del gioco e l’empatia eccezionale che porta lei talora a coccolare me
¤A mio marito: che in un modo tutto suo è presente sempre.
¤Alle persone che ho incontrato oggi: umane, vere, disponibili, quella che si potrebbe definire una comunità, fatta pressoché di sconosciuti incontratisi in un reparto di ospedale o di parenti, amici, conoscenti, a cui interessa veramente sapere come va… mai come oggi mi sono sentita parte di qualcosa di grande.
Ricordarmi di essere grata mi ha dato oggi serenità e speranza.
E l’elenco non è che all’inizio….