LA FATINA DEI DENTINI

È caduto finalmente un dentino che per un mese ” teneva duro “.

Quando la fata dei dentini porta € 2 alla mia bambina lei è felice. Li stringe nella sua manina e tutta contenta me li fa vedere.

Prima mi dice che li metterà nel suo portafoglio, non vuole saperne di inserirli nel salvadanaio che non può aprire perché è di latta.

Poi questa mattina sembra ripensarci. Si ferma. Si rivolge a me e al papà e dice che non sono solo i genitori che possono portare a casa i soldi, lei può contribuire con i soldini dei suoi dentini.

Non so come genitore come sentirmi. Orgogliosa del suo pensiero e del suo desiderio, non molto contenta di me stessa perché magari non la proteggo dalle nostre preoccupazioni.

Sicuramente ci ha dato una grande lezione su cosa voglia dire far parte di una famiglia e volersi bene. Grazie piccola mia!

UN DINOSAURO IN ESTINZIONE

Ho creduto nell’onesta’ delle persone e nella buona volontà. Nella missione del mio lavoro che ha il privilegio di cambiare la vita delle persone. E che la mia missione fosse condivisa come la voglia di misurare e farsi misurare nell’efficacia del proprio lavoro per crescere come professionisti e anche , grazie al merito, nei compensi.

Ma sono illusa. Qui vige la cultura dell’arraffa arraffa ruba ruba. Non c’e’ parola d’onore, non c’e’ impegno, vige la regola del più furbo e del guadagno sempre e comunque. Sono schifata. Ma e’ mia la colpa perché non lo capisco e perché non mi adeguo e perché non mi uniformo. Mea culpa.

Ma sono sola a urlare nel deserto? Mio padre e mia madre mi hanno educato all’impegno, al dovere, alla serietà e all’onore innanzitutto. Cosi’ sono e non posso e non voglio cambiare. Ma sono sola.

Si. Ho peccato di fermezza e di fiducia. Ho peccato di rigore e di impegno e…soprattutto ..ho peccato nel credere a chi mi diceva che credeva in ciò a cui io credevo.

Mi sento un dinosauro in estinzione. Lascio solo il mio lavoro dopo di me. E voglio credere che sia servito. Credo ancora. Ed e’ la mia colpa e la mia condanna. E’ la mia missione. Ad ogni costo.

Poi, quando la speranza vacilla e sento il fardello pesare troppo, incredibilmente mi arriva ogni volta la lettera di un paziente o una persona mi prende le mani e mi ringrazia.
E ne è valsa la pena. Il coraggio riprende quota nel mio cuore e una serenità mi invade. Una leggerezza e un calore mi invade il cuore.
Ne vale la pena. Ne vale la pena